Tuesday, September 4, 2012

Usare metafore nelle retrospettive. Dalla "un-conference" Ale2012

Marc Löffer nella sua presentazione ha suggerito un formato per la retrospettiva basato su metafore.
Per esempio la metafora calcistica prevede un vocabolario basato sul calcio e di raccogliere i dati dell'ultimo Sprint come se questo fosse l'ultima partita giocata (in sostanza, la cronaca dei momenti salienti della partita).
Le fasi successive (raccolta dei dati, generazione di "insight", deciere cosa fare) dovranno rispettare sempre la metafora.

Dopo la sua presentazione ha proposto un Open Space per continuare l'argomento e provare altre metafore.

Nell'Open Space sono state prese in considerazione diverse metafore: le avventure di una banda di pirati, una arrampicata in montagna, un viaggio di vacanze.

A riguardo della metafora dei pirati, il periodo assimilabile ad uno Sprint potrebbe essere quello che va da quando si salpa per un assalto o per la ricerca di un tesoro etc... a quando si torna a terra a godersi il bottino.

Per il vocabolario abbiamo pensato a termini come:
veliero, mare, cannoni, terra, uncino, tesoro, assalto, bandana, benda copriocchio, spada, pistola, pallottole, e così via...

La raccolta dei dati verrebbe tratta dal diario di bordo.

Poi ci siamo fermati, ed abbiamo deciso di approfondire una seconda metafora piuttosto, scelta tra l'arrampicata e la vacanza, ed abbiamo preferito quest'ultima.

Per quanto riguarda la raccolta di termini abbiamo elencato:
carta di credito, biglietti, documenti, albergo, manuale-guida, cartine...

Per la raccolta dati abbiamo suggerito le foto, le cartoline, le telefonate fatte a casa, qualsiasi tool usato per condividere le esperienze (magari i messaggi su un blog o su un social network...).

Per la generazione di insight abbiamo pensato alle risposte a domande come: "se oggi ti trovassi nell'ultimo giorno di quel viaggio, che cosa lo renderebbe memorabile?"
Altre domande, per il decidere cosa fare: "cosa porteresti o no con te la prossima volta? Dove ti piacerebbe andare? Quale è la cosa più importante che hai imparato?".

E' probabilmente una tecnica in grado di rendere la retrospettiva più attraente, anche magari va ben preparata in modo da evitare metafore forzate, pesanti, o che non riproducono una sufficiente complessità.

Penso che questo approccio "fantasioso" possa essere utile anche per sdrammatizzare (per il fatto di evitare di ancorarsi troppo all'evento concreto e al richiamo delle relative emozioni, soprattutto se negative).

Una nota positiva è che in questo Open Space tutti sono rimasti fino alla fine (senza applicare la famosa regola dei due piedi). E' stata una conversazione proficua in una atmosfera rilassata.

(p.s. vedere anche http://finding-marbles.com/2012/03/19/retrospective-with-postcards/)

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